Il codino – conosciuto oggi anche come man bun – è un’acconciatura che divide: c’è chi lo considera affascinante e moderno e chi invece lo trova fuori luogo. Ma al di là del gusto personale, c’è un dubbio che da anni accompagna chi porta i capelli raccolti: il codino può favorire la calvizie?

Questa domanda non è banale. I capelli sono infatti sottoposti ogni giorno a forze meccaniche – pettinature, elastici, spazzolate – che, se ripetute in modo scorretto, possono indebolire il fusto e i follicoli. Quando la trazione è continua e troppo forte, si rischia di provocare una particolare forma di perdita dei capelli: la cosiddetta alopecia da trazione.


Il codino può causare la calvizie?

È importante chiarire subito un punto: il codino non causa la calvizie ereditaria (l’alopecia androgenetica, legata ai geni e agli ormoni), ma può essere un fattore scatenante di caduta meccanica.

Quando i capelli vengono raccolti e tirati ogni giorno nello stesso modo, specialmente se con elastici stretti, il follicolo pilifero è sottoposto a uno stress costante. Questo può provocare microtraumi che, con il tempo, portano al diradamento. Le aree più colpite sono solitamente la fronte e le tempie, le zone dove i capelli sono più sottili e vulnerabili.

Il problema non riguarda solo chi porta il codino: anche le donne che indossano code alte e trecce serrate possono soffrirne. La differenza è che negli uomini la calvizie può già avere una predisposizione genetica, e il codino rischia di accelerare il processo.


Cos’è l’alopecia da trazione?

L’alopecia da trazione è la perdita dei capelli dovuta a una tensione continua sul fusto. I segnali iniziali sono capelli che si spezzano facilmente, cuoio capelluto dolente o arrossato, e diradamenti localizzati.

Tra le cause più frequenti troviamo:

  • acconciature strette come code o codini alti,

  • trecce e dreadlocks serrati,

  • extension indossate a lungo,

  • abitudini scorrette come spazzolare con troppa forza.

La buona notizia è che, se diagnosticata precocemente, l’alopecia da trazione è reversibile: interrompendo la trazione, i capelli possono ricrescere. Se invece il problema viene trascurato per anni, i follicoli possono danneggiarsi in modo permanente, con perdita irreversibile.

Per questo motivo gli specialisti consigliano di non legare i capelli sempre nello stesso punto, di evitare elastici troppo rigidi e di alternare periodi con capelli sciolti.


Dal rischio medico allo stile personale

Chiarito l’aspetto “clinico”, possiamo guardare al codino da un’altra prospettiva. Non è solo un’acconciatura pratica, ma anche una scelta di immagine. In base alla forma del viso, al contesto e al modo in cui viene realizzato, il codino può valorizzare o penalizzare l’aspetto.

Passiamo quindi dalla salute del capello al lato estetico e stilistico del codino: a chi sta bene, come realizzarlo al meglio e quando è stato di moda.


A chi sta bene (e a chi no) il codino

  • Viso ovale: si adatta a tutti gli stili di codino.

  • Viso quadrato: un codino alto ammorbidisce i lineamenti marcati.

  • Viso rotondo: meglio un codino alto per slanciare il volto.

  • Viso triangolare o a cuore: preferibile un codino basso o semi-raccolto.

  • Viso allungato: più indicato un codino basso, per non accentuare la verticalità.

Il codino non ha limiti di età: più conta lo stile personale e la sicurezza con cui lo si porta. L’abbinamento con una barba ben curata è spesso vincente, creando un look equilibrato e deciso.


Come fare il codino perfetto

  1. Lava e pettina i capelli per eliminare nodi.

  2. Raccoglili all’indietro con le mani, scegliendo l’altezza più adatta al viso.

  3. Fissa con un elastico morbido, senza stringere troppo.

  4. Per il man bun, all’ultimo giro non far uscire del tutto le punte.

  5. Aggiungi un tocco di cera o gel per ordinare i ciuffi ribelli.

Regola fondamentale: il codino deve essere saldo ma non doloroso.


Quando andava di moda il codino?

  • Anni ’90: grazie a Roberto Baggio, divenne un simbolo calcistico e culturale.

  • Metà anni 2010: il man bun esplose come tendenza hipster internazionale.

  • Oggi: non è più un boom di massa, ma resta una scelta di stile personale.


Curiosità: cosa vuol dire essere codino?

In senso figurato, “codino” non indica solo l’acconciatura. Storicamente veniva usato per descrivere i conservatori ostinatamente legati al passato, un po’ come i nobili del Settecento che continuavano a portare il codino anche quando la moda era finita. Ancora oggi, chiamare qualcuno “codino” significa ironizzare sul suo atteggiamento tradizionalista o reazionario.


 

Il codino non è il responsabile della calvizie, ma può diventare un rischio se portato troppo stretto e senza pause. Con qualche attenzione – elastici morbidi, raccolti non quotidiani, alternanza con capelli sciolti – è possibile godere dei vantaggi estetici del codino senza compromettere la salute dei capelli.

In definitiva: il codino è sia un simbolo di stile sia un impegno verso la cura dei propri capelli. Basta portarlo con buon senso e con la consapevolezza che, come tutte le mode, anche i capelli hanno bisogno di respirare.