
Ghiandole sebacee: cosa sono, dove si trovano
Le ghiandole sebacee sono piccole ghiandole esocrine situate nella pelle, più precisamente nello strato del derma. La loro funzione principale è produrre e secernere sebo, una sostanza oleosa di natura lipidica (ricca soprattutto di grassi come colesterolo e acidi grassi). Il sebo svolge un ruolo protettivo fondamentale: mantiene la pelle morbida, idratata e ne impedisce l’eccessiva secchezza o fissurazione. Queste ghiandole fanno parte degli annessi cutanei (apparato tegumentario) e sono diffuse su quasi tutto il corpo umano. In particolare, risultano molto numerose in alcune aree come il cuoio capelluto e il viso, mentre sono assenti sul palmo delle mani e sulla pianta dei piedi.
Un’eccessiva attività delle ghiandole sebacee può provocare il ben noto inestetismo della pelle grassa, caratterizzato da cute lucida e untuosa; alterazioni nella loro funzione sono inoltre coinvolte in disturbi comuni come l’acne e la forfora.

Aspetti istologici e fisiologici Ghiandole sebacee
Dal punto di vista istologico, le ghiandole sebacee sono classificate come ghiandole tubulo-alveolari composte. Ciò significa che ciascuna ghiandola è formata da un insieme di piccole strutture sferiche chiamate acini, disposti a grappolo. Gli acini costituiscono la porzione secernente della ghiandola: le cellule che li rivestono producono gradualmente il sebo al loro interno, accumulando goccioline lipidiche e aumentando di volume fino a disintegrarsi. Questa modalità di secrezione, detta olocrina, comporta che le cellule secernenti si rompano liberando all’esterno sia il sebo prodotto sia i resti cellulari. Ai margini degli acini è presente uno strato di cellule basali indifferenziate (cellule staminali) che assicurano un ricambio continuo, rigenerando le cellule secernenti man mano che queste completano il loro ciclo.
Tutti gli acini di una ghiandola confluiscono in un dotto escretore comune, rivestito da cellule epiteliali, che trasporta il sebo verso l’esterno. Nella maggior parte dei casi il dotto sbocca all’interno di un follicolo pilifero (il canalicolo da cui origina il pelo) circa a un terzo della sua altezza, al di sopra dell’inserzione del muscolo piloerettore; più raramente il dotto si apre direttamente sulla superficie della pelle. Le ghiandole sebacee sono circondate da una ricca rete di capillari sanguigni e da terminazioni nervose che contribuiscono a modularne l’attività secretoria.

Dal punto di vista fisiologico, le ghiandole sebacee si distinguono da altre ghiandole cutanee (come le sudoripare) perché secernono in modo continuo. Il sebo umano è una miscela lipidica piuttosto complessa: è composto principalmente da trigliceridi (circa 30–40%) e da altre sostanze grasse come acidi grassi liberi, esteri cerosi (cere), squalene e una piccola percentuale di colesterolo. Grazie a questa composizione, il sebo contribuisce a formare il film idrolipidico superficiale (insieme al sudore) e svolge diverse funzioni benefiche. In particolare, le principali funzioni del sebo sono:
- Protezione e barriera cutanea: forma un sottile strato idrolipidico che protegge la superficie della cute da aggressioni esterne di tipo fisico (ad esempio sfregamenti), chimico (detergenti troppo aggressivi, solventi irritanti) e microbiologico (batteri e altri microrganismi). Inoltre, riduce l’evaporazione dell’acqua dagli strati superficiali della pelle, contribuendo a mantenere l’idratazione cutanea e a prevenire la disidratazione. Questa capacità di trattenere l’acqua rende il sebo importante anche per la termoregolazione cutanea.
- Lubrificazione: funziona come un lubrificante naturale della superficie cutanea e dei peli/capelli. Il sebo impedisce che la pelle diventi secca e fragile, mantenendola elastica; allo stesso modo lubrifica il fusto dei capelli, proteggendoli e rendendoli più morbidi e lucenti.
- Determinazione dell’odore corporeo: le secrezioni sebacee contribuiscono all’odore caratteristico della pelle. Nell’uomo questa funzione è meno rilevante che in altri mammiferi (poiché l’odore corporeo ha perso gran parte della sua funzione comunicativa), ma il sebo fornisce comunque substrati che, degradati dai batteri cutanei, producono i tipici odori corporei. (Va notato che il sebo in sé è inodore appena secreto: sono i batteri presenti sulla pelle a decomporlo producendo composti odorosi).
L’attività delle ghiandole sebacee e la quantità di sebo prodotto variano nel corso della vita e sono influenzate da diversi fattori (soprattutto ormonali e genetici). Ad esempio, durante la vita fetale le ghiandole sebacee del bambino in utero sono estremamente attive: il sebo prodotto dal feto forma la cosiddetta vernice caseosa, una patina lipidica biancastra che riveste la pelle del neonato e la protegge dal contatto prolungato con il liquido amniotico.
Dopo la nascita, invece, l’attività di queste ghiandole cala rapidamente e rimane minima durante tutta l’infanzia (per questo la pelle dei bambini piccoli è così diversa da quella degli adolescenti).
È solo con la pubertà che le ghiandole sebacee si riattivano intensamente sotto lo stimolo degli ormoni sessuali: durante l’adolescenza l’aumento degli androgeni (ormoni maschili presenti però in piccola parte anche nelle ragazze) stimola la crescita e la funzione delle ghiandole, facendo incrementare la produzione di sebo.
Nell’età adulta la secrezione sebacea tende a stabilizzarsi su livelli variabili da individuo a individuo (principalmente in base alla predisposizione genetica), mentre con l’invecchiamento tende gradualmente a diminuire: in particolare dopo i 70 anni si osserva una riduzione significativa del sebo, più marcata nelle donne (specie dopo la menopausa) che negli uomini. Dal punto di vista endocrino, gli ormoni che maggiormente stimolano la secrezione sebacea sono gli androgeni – in particolare il diidrotestosterone (DHT), un derivato attivo del testosterone prodotto localmente nelle ghiandole ad opera dell’enzima 5-alfa reduttasi.
Al contrario, gli estrogeni (ormoni femminili) tendono a ridurre l’attività delle ghiandole sebacee. Infine, come accennato, esiste una forte componente ereditaria: la tendenza ad avere pelle e capelli più grassi e una produzione sebacea abbondante ricorre spesso all’interno della stessa famiglia.
Dove si trovano le ghiandole sebacee
Le ghiandole sebacee sono presenti su quasi tutta la superficie cutanea, ma la loro distribuzione non è omogenea. Sono totalmente assenti solo in poche aree glabre, in particolare sul palmo delle mani e sulla pianta dei piedi (zone in cui la pelle è priva di peli). Nelle altre regioni, il numero e la grandezza delle ghiandole variano sensibilmente. In generale risultano molto abbondanti sul viso e sul cuoio capelluto, tanto che queste vengono talvolta definite zone seborroiche: su fronte, naso, mento e cuoio capelluto si possono trovare concentrazioni elevatissime, che in media raggiungono diverse centinaia di ghiandole per centimetro quadrato (fino a circa 900 ghiandole/cm² in alcune aree del volto). Anche il torace anteriore (zona sternale) e la parte alta del dorso presentano una densità piuttosto alta di ghiandole sebacee, così come le regioni genitali e perianali. Al contrario, su altre parti del corpo le ghiandole sebacee sono molto meno numerose: ad esempio sugli avambracci e in generale sulle aree laterali degli arti la densità scende a poche decine per cm², conferendo a quella pelle un aspetto normalmente più secco. Oltre che numericamente, le ghiandole possono differire anche per dimensioni a seconda della sede: tendono ad essere più voluminose in zone come il naso, il pube e lo scroto, mentre sono relativamente piccole a livello del cuoio capelluto e degli arti.
Anatomicamente, la maggior parte delle ghiandole sebacee è associata ai follicoli piliferi. Ghiandola e follicolo formano insieme il cosiddetto apparato pilo-sebaceo: in genere ogni follicolo pilifero (da cui origina un pelo o un capello) ha annesse una o più ghiandole sebacee che riversano il proprio sebo nel canale del follicolo stesso. Da qui il sebo risale verso l’alto e raggiunge la superficie della pelle tramite il foro di uscita del pelo. Questa organizzazione spiega perché le zone ricche di peli (come lo scalpo o la barba negli uomini) siano anche quelle dove la pelle tende ad essere più untuosa: i peli fungono da “veicolo” per distribuire il sebo in superficie.
Non tutte le ghiandole sebacee però sono collegate ai peli; esistono alcune ghiandole sebacee libere, non associate a follicoli piliferi, che si aprono direttamente sulla superficie cutanea. Queste si trovano in specifiche aree mucocutanee e svolgono funzioni particolari in collaborazione con altre ghiandole: un esempio importante sono le ghiandole sebacee modificate delle palpebre, note come ghiandole di Meibomio, che secernono uno speciale sebo direttamente sul margine libero delle palpebre formando lo strato lipidico del film lacrimale (fondamentale per proteggere e lubrificare la superficie dell’occhio). Ghiandole sebacee senza follicolo sono presenti anche nel canale auricolare esterno (dove insieme ad altre ghiandole contribuiscono alla formazione del cerume), sulle labbra (in particolare agli angoli e sul bordo del vermiglio), sulle areole mammarie attorno ai capezzoli e in alcune parti dei genitali esterni (ad esempio sul glande del pene e sulle piccole labbra vulvari). In queste sedi speciali le ghiandole sebacee assumono anche denominazioni specifiche: ad esempio, oltre alle già citate ghiandole di Meibomio nelle palpebre, possiamo ricordare le ghiandole di Tyson localizzate nel solco balanoprepuziale maschile (attorno alla corona del glande) e le ghiandole di Montgomery presenti nell’areola del capezzolo.
Patologie correlate Ghiandole Sebacee
Le ghiandole sebacee possono essere interessate da numerose condizioni patologiche o disfunzionali. Alcune di queste sono alterazioni quantitative della secrezione (in eccesso o in difetto), altre sono vere e proprie patologie dermatologiche che coinvolgono l’unità pilo-sebacea. In molti casi si tratta di problemi benigni ma fastidiosi soprattutto per ragioni estetiche; più raramente possono insorgere neoformazioni di natura tumorale, anche maligna. Di seguito sono descritte le principali condizioni e patologie correlate al funzionamento anomalo delle ghiandole sebacee:
- Seborrea: è una disfunzione caratterizzata da eccessiva produzione di sebo. La pelle seborroica appare lucida, oleosa al tatto e spesso tendente al grasso anche nei capelli. Questo eccesso di sebo può facilitare la formazione di comedoni (i cosiddetti punti neri o punti bianchi): quando la ghiandola produce troppo sebo, il follicolo pilifero in cui esso si riversa si dilata; inizialmente ciò causa il punto bianco (un rilievo sottocutaneo dovuto all’accumulo di sebo), mentre se la dilatazione raggiunge anche l’apertura sulla pelle, il materiale si ossida a contatto con l’aria scurendosi e formando il punto nero. La seborrea ha spesso basi ereditarie e ormonali: è frequentemente legata a un’elevata sensibilità delle ghiandole agli androgeni (per iperespressione dell’enzima 5-alfa reduttasi già citato), il che porta a una sovrapproduzione di sebo. La seborrea di per sé è un’alterazione benigna, ma costituisce un terreno predisponente per altri problemi della pelle, come l’acne e la dermatite seborroica, oltre a rendere esteticamente sgradevole l’aspetto di cute e capelli (untuosità, presenza di forfora, ecc.).
- Dermatite seborroica: è un’infiammazione cronica della pelle associata a un’iperattività delle ghiandole sebacee e spesso aggravata dalla presenza di un microrganismo (il fungo Malassezia furfur) che prolifera nel sebo in eccesso. Si manifesta con chiazze arrossate e desquamanti su aree ricche di ghiandole sebacee. Tipicamente colpisce il cuoio capelluto (dove provoca forfora grassa, ossia scaglie giallastre e untuose) e zone del viso come i lati del naso, le sopracciglia, la fronte e il retro delle orecchie. La pelle appare untuosa, irritata e si squama. La dermatite seborroica è molto comune: può comparire già nei primi mesi di vita (la “crosta lattea” del neonato) oppure interessare adolescenti e adulti, con fasi di miglioramento e peggioramento spesso legate a stress o ad altri fattori. Pur essendo fastidiosa e antiestetica, questa condizione non è contagiosa né pericolosa, e generalmente può essere tenuta sotto controllo con trattamenti dermatologici (ad esempio shampoo specifici contenenti sostanze antifungine come zinco piritione, solfuro di selenio, ketoconazolo, ecc.).
- Acne: è una patologia infiammatoria dell’unità pilo-sebacea, assai comune nell’adolescenza. L’acne insorge quando il sebo prodotto in eccesso ostruisce i follicoli piliferi e crea un ambiente privo di ossigeno che favorisce la proliferazione di batteri (in particolare Cutibacterium acnes, noto un tempo come Propionibacterium acnes). Questi batteri degradano il sebo e rilasciano sostanze irritanti (ad esempio acidi grassi liberi), scatenando una reazione infiammatoria locale. I follicoli ostruiti e infiammati si manifestano clinicamente con diverse tipologie di lesioni cutanee: oltre ai comedoni (punti neri e bianchi) già citati, compaiono papule (rilievi arrossati e dolenti) e pustole (brufoli con pus, i classici foruncoli dalla “puntina” gialla). Nei casi più severi, l’infiammazione può estendersi in profondità formando anche cisti e noduli sottocutanei; queste lesioni maggiori, quando guariscono, lasciano spesso esiti cicatriziali permanenti (piccole cicatrici infossate, il tipico aspetto “butterato” dell’acne grave). L’acne giovanile è legata principalmente ai cambiamenti ormonali della pubertà – l’aumento degli androgeni stimola infatti le ghiandole sebacee e la cheratinizzazione follicolare – ma può presentarsi anche in età adulta. Cause predisponenti di acne tardiva o persistente includono squilibri ormonali (ad esempio nella sindrome dell’ovaio policistico, in gravidanza o menopausa), l’assunzione di determinati farmaci (come i corticosteroidi), l’uso di cosmetici oleosi o poco adatti al proprio tipo di pelle, e persino fattori professionali (esposizione prolungata della pelle a oli minerali, idrocarburi o sostanze chimiche occlusive). È importante sfatare alcuni miti: una dieta ricca di cioccolato o cibi grassi non è in sé la causa diretta dell’acne – ad oggi non ci sono prove scientifiche di un legame causale – anche se un regime alimentare squilibrato o ricco di zuccheri può indirettamente contribuire ad aggravare l’infiammazione cutanea. L’acne, specie nelle sue forme più serie, va affrontata con l’aiuto del medico specialista (dermatologo) che può consigliare terapie mirate per ridurre la produzione di sebo, combattere la proliferazione batterica e limitare l’infiammazione, prevenendo così la formazione di cicatrici.
- Iperplasia sebacea: consiste nell’ingrossamento benigno di una o più ghiandole sebacee, che diventano visibili come piccole protuberanze sulla pelle. Si presenta tipicamente come papule giallastre, di pochi millimetri di diametro, dalla consistenza morbida, spesso con un incavo centrale. Le iperplasie sebacee compaiono più frequentemente sul volto (fronte, guance, mento e naso) di adulti di mezza età o anziani, talvolta in persone con pelle molto grassa o danneggiata dal sole. La loro formazione sembra correlata a cambiamenti ormonali locali o sistemici. Si tratta in ogni caso di lesioni benigne e asintomatiche, di rilievo principalmente estetico: solo in rari casi possono infiammarsi o somigliare ad altre lesioni cutanee richiedendo una valutazione dermatologica per escludere patologie diverse.
- Cisti sebacea: con questo termine popolare ci si riferisce in genere a una cisti epidermoide (o cisti epidermica) derivante dall’apparato pilo-sebaceo. Si tratta di una lesione benigna molto comune: una sacca chiusa sottocutanea ripiena di materiale denso e pastoso (cheratina, sebo e detriti cellulari). Le cisti si formano quando il dotto del follicolo pilifero si ostruisce o quando cellule epidermiche rimangono intrappolate nel derma proliferando (ad esempio a seguito di un trauma o di un’infezione). La cisti sebacea si presenta come un nodulo sottopelle di consistenza elastica o duro-elastica, generalmente mobile alla palpazione, a volte con un puntino scuro centrale (che corrisponde all’orifizio follicolare ostruito). Le sedi più frequenti sono il cuoio capelluto, il volto, il collo, il dorso e la zona genitale. In genere queste cisti sono indolori e innocue, ma possono crescere di volume provocando fastidio locale oppure infettarsi/infiammarsi diventando arrossate e dolenti (in tal caso si può formare un ascesso). Il trattamento, solo se necessario, consiste nell’asportazione chirurgica della cisti in anestesia locale (soprattutto in caso di infezione o per motivi estetici).
- Adenoma sebaceo: è un raro tumore benigno della ghiandola sebacea. Clinicamente può somigliare all’iperplasia sebacea (piccoli noduli o papule giallastre sul viso e altre sedi), ma a differenza di quest’ultima ha natura neoplastica (proliferazione tumorale delle cellule sebacee). Gli adenomi sebacei singoli possono essere escissi chirurgicamente se creano problemi estetici o diagnostici. In casi molto rari, la presenza di molteplici adenomi sebacei può essere associata a sindromi genetiche (come la sindrome di Muir-Torre); tuttavia, nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di lesioni isolate senza alcun rischio di evoluzione maligna.
- Carcinoma sebaceo: fortunatamente è un tumore maligno estremamente raro, originato dalle cellule delle ghiandole sebacee. Colpisce più spesso la regione palpebrale (carcinoma sebaceo della ghiandola di Meibomio), presentandosi come un nodulo duro, indolore, che può facilmente essere scambiato per un calazio o altre patologie benigne della palpebra. Può però svilupparsi (ancor più raramente) anche in altre sedi cutanee ricche di ghiandole sebacee. Il carcinoma sebaceo tende ad essere localmente aggressivo e può dare metastasi a distanza, per cui è fondamentale diagnosticarlo precocemente. Il trattamento principale è chirurgico (asportazione completa della lesione), eventualmente associato a radioterapia o altre terapie in base allo stadio della malattia. Vista la rarità di questo tumore, ogni nodulo sospetto sulle palpebre o in altre zone dovrebbe essere valutato attentamente dal dermatologo o dall’oculista, per distinguerlo da lesioni benigne molto più comuni.
Le ghiandole sebacee svolgono un ruolo essenziale nel mantenimento della salute e dell’integrità della nostra pelle. Pur essendo spesso note al grande pubblico principalmente per i problemi estetici che possono causare (come pelle lucida, brufoli o forfora), in condizioni normali queste microscopiche ghiandole lavorano silenziosamente per creare una barriera protettiva e mantenere la cute morbida ed elastica. Conoscere la struttura e la funzione delle ghiandole sebacee aiuta a comprendere meglio l’origine di disturbi comuni (dall’acne alle dermatiti) e l’importanza di prendersi cura della propria pelle. In caso di alterazioni significative – come un’eccessiva produzione di sebo, infiammazioni ricorrenti o noduli sospetti – è sempre consigliabile rivolgersi a un medico dermatologo, che potrà identificare la causa e indicare i trattamenti più adeguati. Una corretta igiene della pelle, l’uso di prodotti dermocosmetici appropriati e, quando necessario, terapie mirate permettono nella maggior parte dei casi di mantenere sotto controllo le condizioni legate al funzionamento delle ghiandole sebacee, garantendo il benessere cutaneo.
Se notate una caduta accentuata o un indebolimento dei capelli, potete prenotare una diagnosi medica del capello presso i centri Insparya.
Il Gruppo Insparya propone numerosi trattamenti personalizzati per soddisfare le esigenze di ogni paziente.
